Non lo so con esattezza… e mi rendo conto che non è un buon inizio.

Tuttavia l’idea mi è esplosa dentro. Un giorno qualunque di questo speciale 2020. Incautamente nei mesi a seguire ha resistito a tutte le mie opposizioni, ai miei più pressanti dubbi e alle mie conclamate titubanze caratteriali. A me che proprio non volevo credere che stesse succedendo a me.

Per insondabili ragioni realistiche, sono infatti da sempre convinta che il mondo lì fuori non abbia alcun particolare interesse a venire a conoscenza anche della mia poesia … e men che meno ora delle mie riflessioni o delle note dei miei viaggi … insomma di me come esperimento pensante ed emozionale tra miliardi di altri.

Il mondo pullula di poeti, letti da una minoranza e incomprensibili per la maggioranza. La mia poesia non farà la differenza.

In sostanza, credo di aver seguito nel tempo, in maniera del tutto naturale, il consiglio dato da un poeta ad un giovane poeta che così recita:

Divertiti, ovviamente,
alla sfida e alla metamorfosi
di questo serio gioco,
ma non smettere di chiederti
della tua creazione appena nata
“Chi ne ha bisogno?*

Ecco, a questa domanda al netto dell’eco ho fin qui risposto: io! io! A braccio alzato. Non mi sono curata di far sollevare altri mani. Mi andava bene così.

Ma adesso è sopraggiunto un tempo inatteso, di raccolta sotto una tempesta di pece. In cui è bene serrare i ranghi e rimanere saldi.

Anche le mie poesie possono fare ora la loro parte, andando al mercato delle bugie a guadagnarsi da vivere. Se riusciranno allo scopo di sollevare qualche mano, al grido: chi ne ha bisogno? Avranno trovato chi le compri e adempiuto al compito che ci è proprio.

Ecco, credo sia questo il senso di questo blog.

 

 

 

 

*Nigel Jenkins da hotel gwales